È il momento dell’ecommerce alimentare!
A dirlo sono i dati. È ormai un fatto assodato che l’ecommerce in Italia sta conoscendo un successo senza precedenti, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori: tra questi, il settore food & beverage, che oggi vale quasi 3 miliardi di euro, circa il 70% in più rispetto al 2020.
Per le aziende che decidono di cavalcare l’onda, le strade da percorrere sono potenzialmente infinite: esistono infatti molte soluzioni tecnologiche per aprire un ecommerce alimentare, anche a costi contenuti.
In questo articolo proponiamo una panoramica sul mondo dei negozi online di alimenti – con un occhio di riguardo per il Veneto – e qualche consiglio per PMI che vogliono approfittare delle nuove opportunità.
La varietà di panorami che caratterizza il Veneto si traduce in una ricchezza di culture e tradizioni enogastronomiche, in cui lo sviluppo di progetti di ecommerce alimentare trova un terreno estremamente fertile.
Non è un caso che sempre più imprese del settore agroalimentare stiano riprendendo in mano la propria presenza nel web e attivando strumenti per la vendita online. Allo stesso modo, la fioritura di progetti e start-up dedicate al connubio tra alimentare e digitale indicano che il mercato agroalimentare in Veneto sta andando in una direzione ben definita.
Questo trend si è fatto ancora più evidente negli ultimi mesi, quando le ristrettezze imposte dal lockdown hanno obbligato molte aziende venete a cercare modalità di vendita alternative al negozio fisico.
E molte di queste aziende, che hanno aperto il proprio sito ecommerce alimentare in reazione a una situazione di emergenza, hanno realizzato il potenziale della nuova soluzione e stanno lavorando per far crescere il business online.
In Veneto come nel resto d’Italia, il settore agroalimentare è costituito da realtà di numerose tipologie, diverse in dimensioni, metodo di lavoro e modello di business. Se le possibilità offerte dal web riguardano ognuna di queste realtà, è pur vero che alcune hanno più da guadagnare, con molto meno sforzo.
Parliamo, in particolare, delle tante piccole e medie imprese del settore alimentare: aziende con un know-how solido, con tutti i permessi richiesti per il commercio di alimenti e con una conoscenza approfondita del mercato, che spesso possono già contare su una struttura logistica e un team affiatato.
È il caso di caseifici, birrifici, aziende ortofrutticole e vitivinicole, pasticcerie e forni: realtà di respiro artigianale, spesso a conduzione familiare, che spesso non hanno l’attenzione che meritano.
Proprio in questi contesti, la realizzazione di un sito ecommerce alimentare e una solida strategia di web marketing possono diventare le basi per un business solido e duraturo, portando un ritorno di investimento già nel medio termine.
In tutto questo, c’è ovviamente il rovescio della medaglia. Aprire un ecommerce non è troppo diverso da aprire un negozio fisico, ma spesso le PMI, al grido di “è sul web, quindi non costa niente” o spinti da commerciali con pochi scrupoli, cedono alla tentazione di scegliere l’opzione più economica (a tale proposito, rimandiamo all’articolo “Realizzazione di siti e-commerce: prezzi, prospettive e punti di vista”).
È un approccio sbagliato e potenzialmente deleterio.
Creare un sito ecommerce alimentare spendendo il meno possibile significa costruire un business con delle fondamenta deboli: nello specifico, parliamo di un sito web difficile che sarà difficile da aggiornare e modificare in base alle esigenze e, in generale, darà sempre problemi
Non si tratta di spendere poco, ma di spendere il giusto minimizzando il rischio.
Ad esempio, scegliendo una soluzione che permetta pagamenti rateizzati, in modo che non sia necessario un investimento iniziale importante.